
ELEVAZIONE
”Mio Dio, ho visto nelle mani di un prete negro il pane bianco del Tuo corpo alzarsi. Alzarsi col canto d'un organo suonato da candide mani immagino (Ci avvolgeranno in un sudario bianco e il velluto nero avrà ricami d’oro per ognuno di noi). Alarsi l’ho visto con un canto per tutti: Com'è più bianco il Tuo corpo fra le mani d'un prete negro Signore!”. Aroldo Aleandri
SIGILLO
Sigillo, paese dolcissimo della verde Umbria, tutto in te si racchiude del carattere umbro: la serenità dovuta a secoli di fede e di preghiera, la laboriosità dovuta al buon carattere e all’educazione antica. I campanili svettano nel cielo, calmo e terso dell'estate, e il suono argentino s'espande alla campagna a rallegrare i cuori. È venuto il Vespro; la gente contenta si da il saluto della buona sera e con sagacia scambia battute scherzo piacevolissime. Anonomo
NOSTAILGIA SIGILLANA
Lontano dal mio bel Sigillo, mi sembran più lunghe le giornate lavoro qui; ma tutti i miei pensieri, i sogni miei son tutti sempre là. La vita d'un emigrante è molto dura; mi sento solo tra tanta gente; il cielo è sempre privo di calore il sole di casa qui non ci sta. Pensando a Sigillo tutto sole già soflre il mio cuor di nostalgia e prego tutti i santi del Signore di ritornare un giorno a casa mia nella bella terra sigillana, terra dei giardini sempre in fiore, perehé l'amore mio ho lasciato la dove aspetto di tornar con ansietà. Sergio Bianconi
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LA TRAMONTANA DI M. CUCCO
Ancor riecheggia nella mia memoria quel saggio detto che fa ora storia: ”Se scorgi Montecucco col cappello, vendi la capra e comprati il mantello”. Ben s'addicea con l'aria dicembrina quand'il terreno si copria di brina, e si sentia serpeggiar nel core del duro inverno, l'incombente algore. È notte fonda e tutto intorno tace ed a me sembra di goder la pace; ma presto avverto un tintinnar di vetri e gli usci in casa sbataccbiare tetri. È la temuta, fredda tramontana che, ricacciando i lupi nella tana, rotola giù dai valichi montani e nelle case tappa i Sigillani. Sibila il vento, attacca scatenato da far tremare tutto il caseggiato; sembra l'addio d'una persona amata la luna in ciel ch’appar, dispar velata. Frattanto si diparton dal “travone” che fascia i monti da settentrione, lingue di nubi tese verso il piano che fa rabbrividir il paesano. Fruscia silente sopra tetti e strade gelida neve che dall'alto cade e intorno effonde insolito chiarore non rispondente a le notturne ore. Ed al mattin, allor che si fa giorno, sento un silenzio che m’aleggia intorno e gli ovattati passi nella via di chi nel gelo a travagliar s'avvia. Odo pure inusitato .vpalare di chi un varco nervoso tenta fare; ma dopo breve tempo la bufera fa tutto ritornar cosi com’era. Un altro detto poi, io ben rammento che in ogni bocca si sentia al momento: ”La tramontana, certo, assicura che tre o sei o nove giorni dura “! Allora mi conviene aver pazienza, invocare del tempo la clemenza ed aspettar fin quando Febo vuole che torni un raggio pallido di sole. Bartolo Bartoletti
A SUOR ROSARIA
Ti bo vista lì, immobile, cerea, un velo di dolore avevi sul volto. Ti bo vista lì, tra gigli biancbi e rose. Ma il fiore più bello eri proprio Tu. Non bo potuto, allora, non ricordare le tue mani, ora immobili, che guidavano le mie su una tastiera. Non bo potuto non ripensare alle tue sagge parole, ai tuoi consigli cbe sempre ci davi. Non ho potuto rivedere il tuo sorriso così dolce, così sincero. E non bo potuto non pensare che, ora, Tu non esistevi più quì, ma in cielo, sì. E una lacrima, tuttavia, non ha fatto a meno di scendere lungamente sulla mia guancia. Cristiana Olivieri
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LA MADONNA DELLA GHEA
Sul colle aprico, digradante a valle, dove serpeggia il murmure Vetorno, bel santuario con il porticato sorge isolato. A nord in trono stanno le giogaie brulle, aspre talor, di Montecucco, mentre l'Ingino a sud e il Subasio fanno corona. Fendon l'aria rintocchi melodiosi delle campane dei vicini borghi, che tutte insieme al caro Simulacro rendono omaggio. Si snodan sull'antica via Flaminia ridenti, ameni, occhieggianti al sole, paesi illustri: Scheggia, Costacciaro, Scirca, Sigillo, Purello, Fossato, Gualdo con Nocera, e poi san Pellegrino e Colbassano. Accorre gente pia e implorante la Tutta Santa. Aleggia intorno un’aura profumata di fior di campo e d'umili violette; da quel bel colle sembra di godere il Paradiso. Oh quante volte, ne la giovinezza, solo, ho percorso in ore mattutine strade campestri, e, quale pellegrino, mi son recato ai piedi dell'amato Santuario con l'alma gonfia e anelante aiuto! Ivi le mie più fervide preghiere io innalzavo. Quindi tornavo, rinfrancato in cuore, con la certezza che la Madonnina - sì generosa - avrebbe soddisfatto le mie attese. Bartolo Bartoletti
NON SONN PRONTA, SIGNORE, STASERA
Signore, non prendermi: non son pronta stasera. La giornata è stata faticosa, sono stanca, stanca da morire. Ma Tu non prendermi, Signore: non son pronta stasera. I giorni son fitti e brevi; non sempre capaci di dare quel finale agognato, che sempre si sogna al mattino. Non son pronta stasera, Signore. Aspetto con gioia il domani per guardare di nuovo il Tuo cielo. Non son pronta, perché ho del bene qui dentro e domani devo dirlo a qualcuno. Non mi è stato possibile ancora dirlo a coloro che amo. Non son pronta stasera, Signore! Tu capisci per chi t'imploro, sì per me, ma anche per loro. Della mia vita che m'hai dato faccio tesoro ogni giorno: ammiro le stelle nel cielo, le nuvole bianche, ammiro il sole, la luna, l'aria, la piccola pianta, tutto ciò ch'è venuto da Te. Non son pronta, perché tante cose ho ancora da vedere. Tu m'bai dato il bene nel mondo, e tutto l'ho da vedere; e quel male, ch'è uscito per forza, io combatter lo devo per Te; che io so, non lo vuoi Tu tra di noi. Non son pronta, Signore: ancora no! Non son pronta, lo vedi da Te. Nadia Farneti
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