
VESPRO A VAL DI RANCO Vasto silenzio e il sole inonda la valle serena, impeto di verde lussureggiante che lambisce arazzi d'azzurro, garrenti tra nubi festanti sulla corrida del cielo. La solitudine rosa nel respiro del vespro e l'odore silvestre della terra affollano lontananze e ineffabili ricordi. Tra cielo e terra, da cui erompe l'alito del mare, nitida si staglia, come rondine in volo, la croce della piccola chiesa della Val di Ranco. Con dolce chiarezza i faggi, giganti a lei d'intorno, vibrano eterne melodie. E sale il canto nel pacato tramonto ai confini del cielo. Igino
Giovannini
SERA A VAL DI CHIASCIO Sospesa all'orizzonte incommensurabile plaga d'evanescente tramonto, ove calante luna di topazio si staglia a cerchio e trascolora. Cime attonite nella silente magia di bucolici ascolti. Giuochi d'ombre nei boschi, sfumati contorni alle radure. Stracci multiformi di nebbia, in ridda allucinante, sul pigro serpeggiare dell'acqua al fondo della valle. E più lontano, dalle, rovine d'antica torre, cupo fantasma su un cielo d'ardesia, quello strano uggiolare dei cani ai margini della notte. Solitario m'ammanto d'oscuro e ascolto voci chiare in memore silenzio. Un giorno un uccellino poverello, S |
MELODIE D'ALTRI TEMPI Cantava il torrente nel sinuoso alveo cantava il vento tra vicoli e viottoli. La natura si specchiava nei ruscelli delle acque fresche e chiare. Cantava a tarda sera il mietitore, i boscaioli dai dolci pendii rispondevano mentre l'aria frizzante della sera recitava una preghiera e l'ora del Vespro scandiva una campana. Musiche e suoni, dolci sussurri divine arcane intonazioni connubio delicato di mille suoni che inneggiano all'unisono le note della madre natura creatrice d’infinite meravigliose armonie. Luciano Paci
A CONVERSARE A conversare ritrovarsi ancora su spalliere di luce tutti insieme quanti amammo queste pietre imbiancate dalla luna tiepide al caldo fiato della notte a risentire sopra i nostri pensieri la cadenza dei passi dentro i giovani miti che ritornano nei racconti d'infanzia. (Una lucciola mite appare e sfugge sulla sua vela pallida di luce e dal fieno stroncato alle giunture dalla falce recente esce tremando il grido dei grilli innamorati alla deriva nella follia notturna: raro al suo canto l’usignuolo esalta A Simone Bartoletti e Raoul Braccini e a quanti amano le vecchie pietre del Ponte Romano sulla Flaminia dentro le foglie tremule del pioppo la struggente allegria della sua solitudine) Banale ora d'estate così piena di pause e di parole e pure così vera sopra Parco di pietra che ha congiunto lunghe stagioni ad uomini con il segno preciso che si traccia dalla vita alla morte mentre assillante un desiderio preme sulla creta che è in noi' perché in altri almeno rimanga una memoria. E in questa ritrovarsi nelle ore pulite della notte senza grido né canto né parole ma sereni nel silenzio più vero d'infinite stagioni. A. Aleandri
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VAL
DI RANCO
Dolce valletta amata umilmente nascosta fra le sterili giogaie dei nostri monti! Solo dopo l'ultimo tornante della lunga ascesa, ti sveli all'improvviso nel pien della tua bellezza naturale tutta ammantata dal verde dei tuoi prati ricolma di fiori dolcemente ti snodi sotto la protezione dei faggi secolari. Sempre sereno e riposante il lento trascorrere del tempo nel tuo abbraccio tenero e sincero. Vero rifugio ed eremo di pace per l’uomo stanco. Noi che ormai siamo diventati la tua gente ti promettiamo vigile difesa perché danno a te non venga mai da furia moderna a deturpare tanta bellezza. Pio Tesei
STELLA
CADENTE
Ho veduto cadere una stella mentre stavo sognando di te. Traverso vasta zona del cielo ch’era tutto di palpiti ardente. Fior staccato da l'esile stelo, da qual mano leggera e sapiente? Per qual festa? per quale convito? O per quale messaggio d'amore? Si perdé nello spazio infinito, seminando un argenteo bagliore. Ho veduto cadere una stella mentre stavo sognando di te! Io guardavo nel cielo profondo; c'era lunge un notturno cantore; e in un sogno soave e giocondo si cullava l'indocile cuore. Quando vidi la stella cadere tutta l'anima mia la seguì; e il labbro, proteso a vedere, osò dir: - dunque sì? dunque sì? Ho veduto cadere una stella mentre stavo sognando di te. Via fuggendo brillava brillava, allietando la pia vastità! E il mio timido cuor palpitava di timore, speranza: chi sa? Oh! nel glauco tuo sguardo potessi offisar le pupille, così come guardo le stelle, e vedessi che anche tu mi rispondi: sì, sì! Joele Agostinelli
BIMBI
BUONI
Tanti amorini, che il cielo rinserra, folleggiavan tra nubi azzurre e rose, allor che Dio, un dì, a tutti quanti impose di volare quaggiù verso la terra. - Che cosa volete con voi portare, che del cielo vi faccia ricordare? - - Degli angeli il canto! - dissero quelli. E Dio creò meravigliosi uccelli. Chiesero altri: - Del cielo i bei colori! - E Dio creò più variopinti fiori. - Il più grande azzurro per ricordare! - E Dio creò l'immensità del mare. Ma i più piccini, graziosi e buoni, scegliendo tra i vari, infiniti doni, d'amore vollero le più alte fiamme. Sorrise allora Iddio e creò le mamme. Igino Giovannini
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