
INNO A
SIGILLO
Sotto un cielo che brilla sereno, limpido, azzurrino, a la tutela dei monti che vigili stan di lassù: Ecco qua lo smeraldo dell'Umbria, terra d'Appennino, tutto baciato dal sole, appar quale dolce vision! Sigillo, sogno di passion che accende il petto con fuoco fatale, Sigillo, terra dell'amor che ci ferisce amabile strale; Lontani, piangeranno i cuor, ti penseranno con gran nostalgia, questa è la tua malia, Sigillo, Sigillo! Questo è l'inno a te consacrato, fulgido paese che, come un astro dorato, risplendi ognor sempre più. Palpitante di vita e d'amore sale il nostro canto che fa vibrare d'ardore ci esalta, c'infiamma per te! Sigillo, sogno di passion SUPERBIA E UMILTA'
Bello un albero con chioma superba, in mezzo a un prato ricolmo d’erba, dall'alta cima rimirava in basso fili dell'erba al riparo d'un masso. Sembrava proprio un signore potente, cresciuto altero tra povera gente, che, deridendo l'altrui pochezza, vanto facesse di propria grandezza. Ma venne un giorno un vento sì forte che all’albero altero segnò la sorte. Un lampo improvviso, un grosso boato e l'albero a terra cadde schiantato. Poi che del vento cessato il furore e asceso fu il sole col suo splendore a ravvivare un gran cielo imbronciato, i fili d'erba ridevan sul prato, perché dei superbi l’insana boria non è che vana, fuggevole gloria. Eterna la forza dei poveri sta nell'amore fraterno, nell'umiltà. Igino
Giovannini
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PARTONO I SIGILLANI Alba soave come seta,aria profumata di rugiada cuori che palpitano ansiosi: si parte carichi di speranze, occhi umidi e scintillanti accarezzano l 'orizzonte che si tinge di rosa per incanto; voci concitate, commiati commossi. I primi passi timidi e stanchi , poi altri, piano piano entusiasti; il paese è sempre meno nello sguardo. Intenso e imperituro sarà il ricordo. Le strade del mondo si snodano sotto i piedi come i grani d’un rosario in una veglia invernale. Paesi dove il sole dardeggia, altri dove il freddo attanaglia momenti in cui la mente vacilla; solo il cuore virile s'infiamma al pensiero che laggiù c'è un focolare dove crepita la fiamma dell'amore. Casa, dolce casa che sbadiglia alla luce dell'alba, lasciami vedere solo per un poco le mie splendide montagne che si colorano ad ogni stagione, verdi e profumate a primavera allegoria di colori in autunno, candide e immacolate d'inverno. E' qui che il cuore ritorna giovinetto, palpita vive e si ritempra: paesello che t'adagi con rispetto e i dolci colli ammiri come un paggetto guarda la sposa raggiante e maestosa. Il crepuscolo tinge di rosa i tetti vermigli d’ogni tua casa. E’ buio e punti luminosi s'accendono, piccoli fari, approdo sicuro e ogni sguardo si rivolge al cielo dove tante scintillanti stelle osservano compiaciute le sorelle. Ora i colli con tanta tenerezza come battiti di piccole ali soffiano sui lumicini che ad uno ad uno si spengono, come occhi desiderosi di riposo: invocano umilmente il sonno che s'impossessi dolcemente del cuore, del corpo, della mente. Luciano Paci
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RICORDO DI SIGILLO
Ai pié dell'Appennino, in una valle, Sigillo caro tu sei situato. Benché lontan da te, il pensier vive degli anni primi che in te ho passato. Anni d'infanzia belli e spensierati, quando tutto lucea affascinante. Ricordo il profum di primavera che spesso torna all’adulta mente! Quanto giocai sotto i tuoi castagni! corse dalle Rocchette al Ponte Spiano, le passeggiate sotto le pie stelle, dalla Piazzetta al Ponte Romano! Ricordo ancora tutte le tue feste, particolar Sant'Anna benedetta: tutto il paese era imbandierato un gran via vai, la gente tutta in fretta. La bella processione che sfilava con gli angeletti, e poi le aspiranti, dietro venivan le Figlie di Maria con i lor bianchi veli e loro canti. Ricordo ancora i tuoi tramonti d'oro le splendide serate dell'estate pien di serenità che in te regnava; anche dopo tanti anni ho ritrovate. Lontana sono ormai da te, dai monti; al cuor che brama, pien di nostalgia, di ritornare ancor per un istante, concedimi fedel Sant'Anna mia. Clara M. Paolinelli
MONTE CUCCO
Serene altitudini, dorati pascoli, verdissimi silenzi. In cascate di svariate note vivono gli uccelli lor segreta vita: scoppi di gioiosa risa, soffocati lamenti. languori indicibili. fischi beffardi, sardoniche risate. lugubre veglie, meravigliosi amori com'è de gli uomini la vita. E musica, musica, musica! Ti suona dentro, dolce, smemorante; irrompe fragorosa, travolge sangue e pensiero. E ti senti cosa tra le cose. meravigliosamente. A valle schietta bonomia d'incontri, lieto levar di calici, ti restituisce la Vita. Antonia Mattioli
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