
Sigillo dell'Umbria
Il territorio di Sigillo, in epoca preromana,
era abitato, come dice Plinio il Vecchio (79 d.C.) nella sua Naturalis
Historia, della popolazione umbra dei Suillates; in epoca imperiale
ebbe il municipium di Suillum, retto da magistrati "Duoviri".
Attraversato dall'importante via Flaminia, costruita nel 220 a. C., a
127 miglia da Roma, per raggiungerla erano necessari tre giorni di
viaggio a piedi.
Frammenti di iscrizioni, qualche capitello,
rocchi di colonne, ville
suburbane e tombe testimoniano la notevole estensione dell'abitato in
epoca romana. I Goti di Alarico, nel 409 d. C., in transito verso Roma
per saccheggiarla (24 agosto 410 d. C.), lasciarono dietro di loro
soltanto rovine: oltre 100.000 persone tra uomini, donne, vecchi e
bambini, con carri trainati da buoi e cavalli, spogliavano e mettevano
a ferro e fuoco quanto trovavano. La poca popolazione rimasta,
rifugiatasi nelle grotte e nei boschi, dovette ancora subire i disastri
dell ventennale guerra tra i Bizantini di Narsete e i Goti di Totila,
lo sfortunato re che morì la sera stessa della battaglia, nel luglio
del 552 d. C., a Caprara territorio di Tadinum.
Con la venuta dei Longobardi, pochi anni più
tardi, il suo territorio
fece parte del Ducato di Spoleto e del Gastaldato di Nocesa, che poi
con i Franchi di Carlo Magno si trasformò nella Contea di Nocera, nel
Ducato di Spoleto. Cambiato il nome latino in Sigillum, la Pieve di S.
Andrea dal sec. VI e VII continuò a testimoniare una presenza continua
di popolazione.
Fu dominato dai conti longobardi di Nocera: si ricordano, tra gli altri, Monaldo, Offredo, Rodolfo e Vico detto Lupo (tutti discendenti dal duca di Spoleto Ildebrando e dai re d'Italia Liutprando, Ansprando, ed Ildebrando). L'imperatore Federico II, capo dei Ghibellini in Italia, venendo da Fano nel 1230, parteggiando Sigillo per la parte Guelfa, lo distrusse. Nel 1274, come castello importante di confine difeso da una possente rocca, formando l'attuale centro storico nei quattro quartieri, S. Maria, San Martino, San Pietro, Sant'Andrea.
Conteso dai Baglioni di Perugia, Panicale,
Azzo dei Castelli, Braccio da Montone, dai Montefeltro di Urbino, nel
1500
saccheggiato da Cesare Borgia. Nella metà del cinquecento entrò a far
parte dello Stato Pontificio dopo la famosa
"Guerra de sale". Tra il popolo sigillano quando c'è da affrontre una
grossa spesa, è rimasto ancora il detto: mi costa più che il sale a
Perugia.
Il 14 settembre 1860 fu annesso al regno d'Italia.
La odierna ridente cittadina di impianto medioevale, circondata da stupende montagne tra cui Val di Ranco e monte Cucco, ha la chiesa di S. M. di Scirca romanico-gotica, ricca di affreschi di Matteo da Dualdo, così come la chiesa di Sant'Anna sull' antica via Flaminia. Pochissimo rimane della rocca ora monastero delle Agostiniane dal 1574. Belle e imponenti le chiese: S. Agostino gia degli Agostiniani, presenti fin dal 1274, riedificata su una preesistente chiesa duecentesca, dedicata a Santa Caterina di Alessandria, con cripta detta Santa Caterina : tra l'altro ha uno stupendo quadro dell' Annunciazione del pittore sigillano Ippolito Borghesi, formatosi nella scuola napoletana, e in buon organo del 700 di Sebastiano Vici di Montecarotto; la pieve di S. Andrea, rifatta nell' 800 con pregevoli tele e arredi, è fornita di un'organo del veneziano Gaetano Callido del 1793 che ha sostituito un'organo sicentesco già nella chiesa di S. Maria della fraternita dei disciplinati, fondata nel 1329 dall' agostiniano Fra Nicola da Sigillo del vicino convento, con l' approvazione del Vescovo di Nocera, il Beato Alessandro Vincioli (1327 - 1363). Mentre due ponti romani testimoniano ancora la grandiosa presenza della Roma imperiale.